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Discorso del Presidente Conagai alle Guide Alpine Istruttori

Arco, 27 ottobre 2014
 
“Guida alpina. Una vocazione? Allora ultraminoritaria. Una professione? Senza dubbio una delle più piccole che ci siano. Un gruppo? Ma variegato e disomogeneo. Un’immagine? Si, che talvolta sfiora il mito. In montagna, che è il loro dominio, li si riconosce dal loro distintivo, talvolta dalla loro tenuta, per il fatto che camminano davanti, che non pagano le funivie o che si sentono a casa loro nelle cucine dei rifugi dove il semplice alpinista non ha accesso. In città non si distinguono dai comuni mortali se non per la pelle generalmente abbronzata, un’andatura sportiva e una sagoma passe-partout. Se si vuole andare al di là delle apparenze, nella grande maggioranza dei casi li si possono qualificare indifferentemente come degli anarchici di destra o dei conservatori di sinistra, gelosi della loro autonomia e troppo aperti al mondo per venire attratti dai giochi del potere”
(Erik Decamp)

 

Al di là delle differenze di storia, cultura, tradizioni, lingua, paese, regione o montagne, questa definizione accomuna le guide italiane come quelle di tutto il mondo. Pur gelosi della nostra autonomia, per la passione che ci accomuna, per l’amore per tutte le montagne del mondo, per la sicurezza nostra e dei nostri clienti, per un fortissimo senso di professionalità ci siamo dati un’organizzazione sia a livello mondiale (UIAGM) che nazionale che garantisce uniformità e altissimo livello tecnico, di sicurezza e professionale in tutte le discipline in cui operiamo.

  

ITALIA

 A livello geografico come a livello culturale, delle tradizioni e linguistico: abbiamo tutto l’arco alpino dalle marittime alle giulie, passando per i 4000 del Bianco e del Rosa e per le Dolomiti; abbiamo l’Appennino con il Gran Sasso, abbiamo i monti siciliani con l’Etna, abbiamo le grandi pareti della Sardegna; abbiamo una casistica unica in Europa. Questo ci ha consigliato una struttura organizzativa e di governo delle guide alpine, delle guide vulcanologiche e degli accompagnatori di media montagna e una struttura formativa come quella attuale che, pur fra non poche difficoltà (incomprensioni fra collegi e colleghi), funzionano bene e garantiscono un livello qualitativo dei professionisti italiani di assoluto rispetto:

• 14 collegi regionali e Conagai

• 5 poli formativi (scuole): Interregionale, Valle Aosta, Lombardia, Trentino, Alto Adige

• piattaforma formativa: linee guida per la formazione delle guide alpine, delle guide vulcanologiche e degli accompagnatori di media montagna, sulla base delle piattaforme Uiagm (guide) e Uimla (accompagnatori)

• testi tecnici e didattici: non più sul rigido e statico supporto cartaceo, ma sul web (flessibile e dinamico); strumento facilmente migliorabile e aggiornabile e aperto al contributo di tutti i professionisti italiani e del mondo

• guide alpine istruttori nazionali: circa 80 su 1500 professionisti, non super guide, ma guide con la passione e la voglia di trasmettere la propria esperienza ai futuri giovani professionisti; anche per esse piattaforma e programmi di formazione e aggiornamento per garantire uniformità nelle tecniche, nelle metodologie di insegnamento e di valutazione

• Conagai e ctn: organi di coordinamento dei collegi regionali e dei poli formativi; coordinare significa scambiare informazioni, idee e progetti nei 2 sensi; coordinare significa anche controllare, sempre nei 2 sensi; p.e., che i poli formativi rispettino le linee guida stabilite nelle piattaforme formative, nell’autonomia della loro programmazione dei corsi di formazione; p.e., che la ctn recepisca le eccellenze di ogni polo e le metta a disposizione di tutti; coordinamento e controllo non vanno vissuti come repressione dell’autonomia di cui tutti siamo gelosi, ma come occasione per imparare e migliorare.

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  • IL FUTURO

     Perché siamo un ordine professionale? Perché la comunità italiana attraverso i suoi rappresentanti ha riconosciuto che il nostro compito nell’accompagnamento e insegnamento in montagna è quello di tutelare l’incolumità dei nostri clienti e allievi. Sappiamo bene che il “rischio zero” non esiste, nemmeno quando sono seduto davanti alla TV, ma la possibilità di ridurre il rischio, ogni rischio, entro limiti accettabili sempre e da chiunque, questo sì, si può fare. Le guide alpine, le guide vulcanologiche e gli accompagnatori di media montagna sono i professionisti formati e in grado di valutare e gestire i rischi che si possono presentare durante lo svolgimento dei nostri sport. Il nostro ordine professionale e tutte le guide alpine, le guide vulcanologiche e gli accompagnatori di media montagna italiani sono sensibili e impegnati verso le esigenze del territorio (sia come ambiente naturale che come persone che ci vivono), dei clienti e allievi di oggi e di domani e delle guide stesse. Capiamo benissimo le esigenze delle regioni di sviluppare il turismo, preferibilmente rispettoso dell’ambiente e delle persone, capiamo benissimo il desiderio di creare opportunità di lavoro per i giovani, comprendiamo pienamente le sempre nuove richieste che vengono dagli utenti della montagna (turisti).

    Per questo da tempo ci battiamo per:

  • • apertura verso nuove figure professionali: cedere l’esclusività che abbiamo su l’accompagnamento e l’insegnamento di arrampicata su roccia e ghiaccio, alpinismo, escursionismo, scialpinismo e scifuoripista;
  • • tutela del livello tecnico, di sicurezza e professionale: vogliamo garanzie sulla “qualità” dei nuovi professionisti, vogliamo gestire noi l’organizzazione e la formazione di queste nuove professioni. In questa direzione va la nostra proposta di emendare la legge nr. 6 del 2.1.89 che disciplina a livello nazionale le professioni di guida alpina, guida vulcanologica e accompagnatore di media montagna;
  • • creazione di nuove figure professionali (maestro di arrampicata e guida canyoning);
  • • ampliamento delle competenze degli accompagnatori di media montagna e delle guide vulcanologiche;
  • • garanzia degli alti livelli tecnici, di sicurezza e professionali (governo e formazione).
  • CONCLUSIONI
  • Per la grande passione per la nostra professione e le nostre montagne, per il desiderio di trasmettere questa passione e nel contempo difendere le montagne e chi ci vive, vogliamo con forza migliorare continuamente il nostro sistema organizzativo e di formazione cioè il nostro marchio di “qualità” e vogliamo fortissimamente aprire il nostro mondo ai giovani, futuri professionisti, e ai fruitori della montagna (allievi e clienti).
  • Arco, 27 ottobre 2014Presidente Conagai Cesare Cesa Bianchi