Nepal: servono aiuti per scuole, ospedali e orfani sherpa
KATHMANDU, Nepal — Oltre un centinaio di scuole sono state distrutte o danneggiate nel Solukhumbu, così come ospedali e cliniche. Il monsone sta arrivando e servono ripari nell’immediato, oltre a piani di ricostruzione nel futuro. Ci sono poi molti orfani di cui occuparsi, come i tanti orfani dei “lavoratori della montagna”, gli sherpa e lo staff nepalese che supportano le spedizioni alpinistiche all’Everest e in Himalaya, e hanno perso la vita sul lavoro.
Questa la situazione descritta da Pasang Sherpa Lama, direttore amministrativo dell’Himalayan Trust of Nepal (celebre Ong fondata da Sir Hillary che si occupa dei bambini Sherpa nel Solukhumbu district) e manager locale della Benoit Chamoux Foundation, organizzazione intitolata al celebre alpinista francese morto nel 1995 sul Kangchenjunga, e presieduta da Agostino Da Polenza, che si occupa da anni dell’educazione scolastica degli orfani di sherpa e nepalesi morti in montagna.
“La Nepal Mountaineering Association sta raccogliendo informazioni sugli sherpa morti durante il terremoto – fa sapere Pasang alla presidenza della Fondazione Benoit Chamoux -. Più di diciotto secondo le stime iniziali. Le organizzazioni collegate all’Himalayan Trust si stanno già occupando degli orfani causati dalla valanga del 2014 e la NMA sarebbe felice che la Benoit Chamoux Foundation si prendesse cura di alcuni di questi nuovi orfani”.
L’Himalayan Trust si sta occupando principalmente della ricostruzione di scuole, ospedali e monasteri nella zona. “Nel Solukhumbu ci sono stati meno morti che altrove – prosegue Pasang – ma 116 scuole sono state danneggiate, così come gli ospedali di Kunde, Phaplu, le cliniche. Dodici scuole sono completamente crollate e hanno bisogno di ricostruzione completa. Al momento stiamo fornendo materiali d’emergenza: tende, tele cerate nell’alto Khumbu e in altre zone, così che la scuola si possa svolgere in qualche modo. Il monsone sta arrivando e tutti si stanno concentrando su queste cose, su tetti provvisori o improvvisati per le scuole”.
Ma è in corso un’indagine per pianificare anche e soprattutto interventi di lungo termine. “Ci stiamo ovviamente coordinado con le ong della zona – spiega Pasang – e abbiamo inviato dei collaboratori nella valle per stabilire quali sono le effettive e immediate necessità: nel breve termine per risolvere emergenze, nel lungo per ricostruire scuole e presidi medici. Poi stabiliremo le priorità e pianificheremo gli interventi con un programma coordinato”.
Prosegue intanto la campagna “Ricostruiamo Thame” promossa dal Cesvi in collaborazione con l’Associazione EvK2Cnr sta già portando aiuti concreti in Nepal. Entro pochi giorni verranno consegnati agli abitanti 500 teli cerati per la costruzione di ripari temporanei: nel paesino della valle del Khumbu dove il 90% delle case sono state distrutte dal terremoto. “I teli si trovano già a Kathmandu – spiega Agostino Da Polenza presidente dell’Associazione EvK2Cnr – e Cesvi è riuscito a farli destinare a Thame su segnalazione di EvK2Cnr. Giampietro Verza e Pietro di Cesvi si stanno coordinando con i ragazzi dello staff Piramide che sono di Thame. I teli saranno trasportati in aereo a Lukla e poi arriveranno a Thame in elicottero: già martedi dovrebbero essere consegnati nel villaggio”.
Si tratta di un materiale prioritario in questo momento perchè nella valle sta per arrivare in monsone estivo con le sue forti piogge. I teli offriranno riparo agli abitanti rimasti senza un tetto.
Thame si trova a 3800 metri sopra a Namche Bazar, lungo l’antica carovaniera che porta in Tibet, e ha circa 500 abitanti. La scossa di terremoto del 25 aprile ha causato danni al 90% delle abitazioni, la seconda scossa del 12 maggio ha portato effetti devastanti. Una grande frana ha trascinato a valle molte case, le altre sono definitivamente crollate.
Thame non è meta turistica, non ha strutture di accoglienza per turisti, è un villaggio “di passaggio” dove abitano le famiglie degli Sherpa che portano i turisti verso l’Everest e le grandi montagne. Alcuni di questi sherpa sono tecnici presso il Laboratorio Piramide dell'Everest. Hanno continuato a percorrere i sentieri della valle del Khumbu, hanno imparato a gestire prima la struttura, poi gli impianti, infine le strumentazioni, hanno contribuito in questi anni, con le loro conoscenze, la loro costante presenza nel Laboratorio e la loro passione nel controllare dati e strumentazioni, a condurre ricerche scientifiche di grande importanza internazionale.
Leggi la lettera di Pasang Sherpa Lama
Fonte: montagna.tv
Photo: fondationchamoux.com