Intervista a Ezio Marlier, sicurezza sui ghiacciai.
AOSTA — “Oggi è difficile trovarsi da solo su una via. La sicurezza di cui devi preoccuparti e che devi essere in grado di tenere non è solo per te, ma è anche una tua responsabilità nei confronti delle persone che possono essere dietro o vicino a te, e non solo il tuo compagno di cordata”. Questo il pensiero di Ezio Marlier, la Guida alpina valdostana che a inizio settimana ha filmato una comitiva, adulti e ragazzi, che saliva slegata sul ghiacciaio al Monte Bianco. L’abbiamo raggiunto al telefono e ci siamo fatti raccontare l’episodio che ha sollevato non poco clamore.
Ezio, ci racconti come è andata?
Stavamo scendendo dal Dôme du Goûter, dopo che eravamo andati in cima al monte Bianco. Eravamo tre Guide della Valle d’Aosta, io, Luca Blanchet e Marco Camandona, e i nostri clienti, tutti legati. Poi c’era un’altra decina di guide e stavamo rientrando. A un certo punto vediamo passare queste persone tutte slegate, tra loro c’erano anche dei ragazzi, come si vede dal video che ho girato. La cosa incredibile è che queste persone non erano al rifugio Goûter, quindi probabilmente sono arrivate dal Tête Rousse, vicino al bivacco di recente danneggiato, dove c’è una specie di pianoro ultimamente preso d’assalto come campo base. Se sono arrivati da lì slegati, hanno fatto anche tutta la ferrata che sale al Goûter slegati. Mi lascia veramente perplesso una cosa del genere perché questo comportamento proprio non tiene conto delle basi della sicurezza in montagna. Perché se c’è un posto dove hai sicuramente un pericolo potenziale è nell’attraversamento di un ghiacciaio, e se non lo conosci è ancora peggio.
Quando li avete visti, cosa avete fatto? Avete consigliato di tornare indietro?
Non sono un poliziotto, non posso dire a qualcuno di tornare indietro, ma da Guida alpina, per una questione deontologica, mi sono sentito di dare un consiglio. Ho chiesto loro perché non fossero legati e loro mi hanno mandato letteralmente al diavolo. Penso fossero persone dell’Est, mi hanno mandato a quel paese in inglese. Ma non succede mica solo con gli stranieri. Ti racconto un altro esempio che mi è successo una settimane fa al Breithorn. C’erano degli italiani che andavano slegati con la corda sullo zaino…Ho detto loro: “scusate, ma perché non vi legate?”. Mi hanno risposto che la corda la usavano solo per la discesa.
Quindi non sono rare situazioni di questo tipo…
Te ne racconto un’altra, il colmo probabilmente. Lo stesso giorno in cui abbiamo incontrato il gruppo che saliva slegato al monte Bianco, c’era anche una famiglia di tedeschi: padre e madre procedevano legati e i loro due figli piccoli no! Probabilmente non ci si rende conto della fortuna che abbiamo, potrebbero succedere molti più incidenti di quelli che capitano. Ti posso garantire che quello che vedo in giro è da rabbrividire. Al Dente del Gigante quando mi sono fatto male per la scarica di sassi che mi ha investito dall’alto (ndr. Si riferisce al’incidente capitatogli il 31 LUGLIO 2014), è successo perché c’erano degli alpinisti dell’Est che non sapevano esattamente dov’erano e stavano facendo dei tiri con le corde tese a 60 metri…al Dente del Gigante! Le Guide ormai adottano sistemi universali, ma il 99% della gente non si aggiorna sui nuovi metodi, i nuovi sistemi. Se uno vuole mettere a repentaglio se stesso per quanto mi riguarda, può anche farlo. Ma dal momento che questa attività può mettere a rischio anche la vita degli altri, allora non va bene. Oggi è difficile trovarsi da solo su una via. La sicurezza di cui devi preoccuparti e che devi essere in grado di tenere non è solo per te ma è una tua responsabilità anche nei confronti delle persone che possono essere dietro o vicino a te, e non solo il tuo compagno di cordata. Ma del resto in una società che non ha più il minimo senso civico, cosa pensi che tutta questa irresponsabilità non venga fuori anche in montagna? E’ tutto stato banalizzato. Oggi sembra che andare al monte Bianco sia una passeggiata, e invece no, il monte Bianco è sempre duro ed è alta montagna.
In Francia il problema è sentito e spesso la Gendarmeria fa controlli in montagna ai fini della sicurezza. Cosa ne pensi?
In Francia il problema è sentito più che da noi perché chiaramente i numeri del versante francese sono 100 volte i nostri. Di conseguenza una regolamentazione erano obbligati a trovarla. In questo senso rientra probabilmente il provvedimento della Carte Blanche, che è una carta che devono richiedere le Guide alpine se vogliono lavorare in Francia, inviando al ministero di riferimento tutte le documentazioni necessarie. Quindi le Guide alpine, che pure come professionisti sono in possesso di un attestato internazionale, per essere in regola in Francia devono avere questa carta. Il provvedimento è stato preso poi probabilmente anche per combattere l’abusivismo, che c’è anche da noi del resto.
In Italia intendi?
Assolutamente. Sul Monte Rosa, al Gran Paradiso, trovi comitive e comitive di pseudo Guide slovacche, spagnole, islandesi. Vengono sulle Alpi e si vendono come guide, e nessuno controlla. In Francia hanno provato a fare questo. All’Aiguille du Midi, dove chiaramente è più facile controllare, questo inverno avevano messo dei gendarmi, e un sacco di gente che non era in regola con la documentazione è stata multata. E si parla di multe da 400, 500 euro. Ad ogni modo non servono i gendarmi per capire che è necessario legare il proprio figlio su un ghiacciaio, basterebbe un po’ di buon senso e di sicuro servirebbe una cultura alpinistica, che evidentemente manca totalmente. E questo modo di andare è irrispettoso, degli altri e della montagna.
Fonte: www.montagna.tv
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