19 nuove Guide Vulcanologiche
Sabato 17 novembre a Linguaglossa alle pendici dell’Etna, Pietro Giglio Presidente del Co.Na.G.A.I(Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane), ha consegnato tesserini e distintivi a diciannove guide vulcanologiche del Collegio regionale siciliano.
Alla cerimonia erano presenti i componenti del Consiglio direttivo del Collegio regionale siciliano, il suo Presidente Biagio Ragonese, il Vicepresidente Orazio Di Stefano, Orazio Consoli, Carmelo Pagano, tutti Guide alpine, e la Guida vulcanologica Giuseppe Amendolia, rappresentante delle Guide vulcanologiche in seno al Co.Na.G.A.I.
Tra i docenti del corso diretto dalla Guida alpina Mario Taller, c’erano la Guida alpina-istruttore Gianni Trepin, trentino, il vulcanologo e Guida vulcanologica Carmelo Ferlito, l’economista Pierluigi Catalfo, la dottoressa Daniela Abate e Francesco Zipper, Vicepresidente del Soccorso alpino e speleologico siciliano.
Si è così concluso il terzo corso per Guide vulcanologiche, bandito dall’Assessorato allo Sport e Turismo della Regione Siciliana e affidato al Collegio regionale delle Guide alpine e vulcanologiche come ente formatore. Il corso si è sviluppato in lezioni teoriche e pratiche secondo lo standard formativo previsto per la figura della guida vulcanologica, e sessanta ore sono state di praticantato al fianco di una Guida alpina o vulcanologica. «Abbiamo fatto ristampare i vecchi libretti da Guida alpina per annotare le ore di pratica», ha spiegato Orazio Di Stefano.
Con queste nuove Guide vulcanologiche il Collegio siciliano conta 21 Guide alpine, di cui una emerita, e 59 Guide vulcanologiche. Per la prima volta sono state abilitate due donne, la vulcanologa tedesca Nicole Bobrowski, originaria di Heidelberg, ma ormai siciliana di adozione e Lidia Gemmellaro. Gli altri neodiplomati sono: Edoardo Amore, Massimo e Simone Braconi (quest’ultimo ventenne, è la più giovane Guida vulcanologica italiana), Salvatore Cavallaro, Giuseppe Cucuccio, Salvatore Di Marco, Emiliano Di Stefano, Giuseppe La Favoci, Luca Maugeri, Alfio Nicolosi, Daniele Perricelli, Massimiliano Puglisi, Giuseppe Quaceci, Salvatore Ragonese, Francesco Restuccia, Luca Rizzo e Fabrizio Tropea.
Dopo l’introduzione e i saluti di rito, il Presidente Biagio Ragonese ha sottolineato come l’abilitazione sia un punto di partenza per accumulare esperienza e non solo punto di arrivo e ha espresso il suo impegno per un confronto continuo con il Co.Na.G.A.I.
Il Presidente nazionale Pietro Giglio ha ricordato i forti legami della comunità di montagna della Sicilia con quelle di montagna di tutta Italia. «Ho scoperto una comunità di montagna costituita da Guide alpine, Guide vulcanologiche e Maestri di sci che spesso emigrano stagionalmente sulle Alpi. È salutare che oggi le Guide alpine siano poco meno di 1400 e le vulcanologiche ottanta: i numeri sono importanti per farsi sentire», ha dichiarato Pietro Giglio che ha poi aggiunto: «Quella della Guida è una professione, non un mestiere. Siamo iscritti a un albo professionale e se gli iscritti devono avere un comportamento idoneo, il Co.Na.G.A.I. deve rappresentarli sempre di più. Le leggi nazionale e regionali che regolano la nostra professione sono datate rispetto ai cambiamenti del mercato e le mie energie sono indirizzate ad adeguare leggi e normative. Infine assicuro il mio impegno per ottenere l’abilitazione su terreno innevato, indispensabile per svolgere il vostro lavoro in modo ottimale, nel più breve tempo possibile».
L’istruttore Gianni Trepin ha aggiunto: «È stata un’esperienza bellissima e non so se ho insegnato o imparato di più. Mai avrei pensato che la Sicilia, per me prima solo arance e mare, fosse così storicamente legata alla montagna. Le emozioni finali, provate scendendo nel cratere con Carmelo Ferlito, sono state la ciliegina sulla torta». Proprio Carmelo Ferlito ha sintetizzato il suo pensiero dicendo alle neo guide «Voi non “farete” le guide vulcanologiche, “siete” Guide vulcanologiche, un modo di essere nella vita».
Uno scambio di doni, una coppa dell’amicizia tipica della Valle d’Aosta, e un piatto di ceramica di Caltagirone, ha suggellato l’incontro tra le genti di montagna del Sud e del Nord d’Italia.
Ha salutato i neo diplomati anche Salvatore Ragonese senior, Guida alpina dal 1975 e memoria storica del Collegio regionale. A 79 anni, la scorsa estate, ha ancora portato a termine venti traversate dell’Etna, dieci da Nord a Sud e dieci in senso opposto. Alpino della brigata Julia, atleta di sci di fondo, Salvatore Ragonese è salito al cratere principale dell’Etna per la prima volta nel 1954, l’anno della prima salita al K2, partendo da Linguaglossa, a circa 550 m di altitudine, e da allora non ha più smesso, facendo apprezzare, come Guida, ai clienti la sua passione per quella montagna simbolo della Sicilia.