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Tessera Professionale Europea: risultati a un anno dall’introduzione

Comunicato stampa n. 03 del 28/02/2017

Si è da poco concluso il primo anno di sperimentazione della Tessera Professionale Europea, la EPC (European Professional Card), entrata in vigore il 18 gennaio 2016 con 5 professioni pilota. Insieme a infermieri, fisioterapisti, farmacisti e agenti immobiliari c’erano anche le Guide Alpine: i professionisti della montagna europei hanno presentato all’Italia 118 richieste, il 21% del totale delle 5 professioni, pari a 553.

La tessera non è una carta fisica, tangibile, ma una procedura elettronica che semplifica il riconoscimento del titolo professionale all’interno dell’Unione Europea. Scopo della European Professional Card infatti, è quello di sveltire le pratiche necessarie per lavorare all’estero per brevissimi periodi, come per trasferimenti lavorativi più lunghi.

La procedura concerne sia le Guide Alpine italiane che intendano esercitare la professione in un altro Paese UE sia le Guide Alpine europee che vogliano lavorare in Italia. Per esempio può essere richiesta da una Guida italiana per un giorno sul Monte Bianco francese, come da una Guida austriaca per 3 giorni sulle Dolomiti.

Nel nostro Paese la richiesta di rilascio della EPC per le Guide Alpine viene gestita dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, autorità nazionale competente secondo le procedure previste dal regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/983 della Commissione del 24 giugno 2015.

Al termine del primo anno di sperimentazione il Dipartimento per le Politiche Europee - Coordinamento IMI ha divulgato i dati, aggiornati al 10 gennaio 2017: su 118 domande, l’Italia ha rilasciato l’EPC a 83 Guide straniere. Se si guarda alla percentuale di tessere rilasciate rispetto al totale di domande per categoria professionale, sono le Guide Alpine a registrare la quota maggiore (70%)

“Con l’Epc il riconoscimento della nostra professione è molto semplificato – spiega Alberto Ieralla coordinatore per l’Epc dell’Uiagm (Unione internazionale che raggruppa le associazioni nazionali delle Guide Alpine), per cui segue i lavori a Bruxelles -, perché tutto è demandato ai Ministeri che comunicano fra loro a beneficio del richiedente, sia in termini di tempo (accettazione in circa 30 giorni) sia in termini di impegno da parte della Guida, che non fa altro che avviare procedura informatica nella propria lingua madre e al proprio ministero. Senza l’EPC invece tocca alla Guida informarsi autonomamente sulle specifiche di legge del Paese in cui vuole andare a lavorare e avviare le procedure con le Istituzioni del posto. È chiaro che la tessera risulta molto vantaggiosa per le tante Guide che vivono o lavorano su territori di confine, ma non solo”.

Perché l’EPC venga rilasciata devono essere rispettati alcuni requisiti. “Per esempio la conoscenza minima della lingua del Paese ospitante – spiega Ieralla -. Il perché si capisce facilmente se si pensa all’eventualità in cui la Guida abbia necessità di comunicare con il Soccorso alpino locale”.

Ogni Stato, a sua discrezione, può richiedere una tariffa per il rilascio dell’EPC. L’Italia al momento chiede solo il pagamento della marca da bollo di 16 euro. La tessera ha valore di mobilità temporanea di 12 mesi, in quanto le Guide rientrano tra le professioni che hanno un impatto sulla salute o sicurezza pubblica.