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Gennari Daneri su Pareti di giugno: il CONAGAI risponde con alcune considerazioni

Il Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane (CONAGAI), organo di coordinamento dei Collegi Regionali e Provinciali, giudica positivamente l'interesse della pubblica amministrazione nel voler migliorare e garantire i siti naturali presso cui si svolge l'attività di arrampicata, al fine di individuare e far proprie le responsabilità legate a tale attività, spesso poco definite.
Responsabilità consistenti nel garantire un adeguato standard di sicurezza i cui parametri non facciano più capo a gruppi dilettantistici senza regole definite, ma a un soggetto giuridico pubblico che ha il dovere di riconoscere nel proprio territorio i luoghi in cui salvaguardare la sicurezza degli utenti e impedire interventi di chiodatura potenzialmente pericolosi.
Il CONAGAI ritiene quindi di fondamentale importanza che la pubblica amministrazione si costituisca capofila di una progettualità legata all'arrampicata in cui tra i vari attori la Guida Alpina, professionista riconosciuto dalla Legge nr. 6 del 2 gennaio 1989, partecipa a garantire i parametri di sicurezza e qualità.
Volontariato e professionismo in montagna nascono quasi sempre da un motore comune dato dalla passione, ma è inevitabile che le due strade prendano direzioni differenti. A volte si incrociano, percorrendo anche momenti comuni, ma nel lungo periodo è gioco forza che gli obiettivi siano diversi. I motivi sono molteplici, ma sicuramente il concetto di responsabilità è uno dei più importanti.
Dal momento in cui l'ente pubblico assume la responsabilità nella gestione dei siti d'arrampicata, è automatico che questi, durante gli interventi di manutenzione, vengano considerati luoghi di lavoro, cui applicare le relative regole.
Siamo consapevoli che la maggior parte dei siti d’arrampicata nascono dal lavoro volontaristico di dilettanti, ma l’ente pubblico, negli interventi di riqualificazione, non può esimersi da precise regole e rendicontazioni dei costi.
In tale contesto, la Guida Alpina è un professionista in grado di fornire un reale e tangibile valore aggiunto, lontano da chi è solo attento a curare i propri interessi e non quelli della cosa pubblica.
Ribadiamo che sulla base della Legge nr. 6 del 1989, legge di istituzione della professione di Guida Alpina, viene affidato a tale figura professionale l'accompagnamento in montagna in maniera esclusiva sui terreni dove sia necessario l'utilizzo di attrezzatura alpinistica.
Lo spirito di tale legge non è di stampo nepotista, ma al contrario vuole affidare la gestione della sicurezza in ambienti impervi a una figura professionale altamente specializzata e il cui ciclo formativo ha una durata di quattro anni durante i quali si insegna con estrema professionalità la gestione del rischio durante l'accompagnamento e l'insegnamento delle tecniche alpinistiche e dell'arrampicata.
Ne deriva una figura professionale polivalente, capace di interagire nei vari ambiti del mercato del lavoro, dall'accompagnamento alla consulenza.
Ci sembra alquanto riduttivo pensare alla Guida Alpina come un tramite per l'accompagnamento dal punto A al punto B: a tale scopo abbiamo già treni, battelli e autobus.
Preferiamo invece pensare alla Guida Alpina come portavoce di un modus operandi di chi vive l'ambiente montano e lo rispetta nella conoscenza della storia e del tessuto sociale.

 

Davide Anchieri
Vicepresidente Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane